sabato 10 ottobre 2020
Piove. L’acqua scende veloce e fredda. La gente corre sulle strade lucide del paese, ognuno con il pensiero di cosa ha dimenticato di acquistare, di chi avrebbe dovuto fermarsi a salutare. L’acqua non è piu sola, ma è acompagnata da un brontolio lontano che promette nuovi incontri di nuvole scure. Le donne scivolano sui tacchi alti delle scarpe appena acquistate, gli uomini hanno lasciato a casa l’ombrello. D’improvviso il tempo grida che sta arrivando la stagione del freddo e ne senti già arrivare l’aria sulle tue spalle felice di aver vinto quell’eterno sole d’estate. Le strade del paese sembrano essere più strette di quelle del tempo d’estate e le macchine che passano veloci non rispettano il tuo cammino sempre più vicine alle mura delle vecchie case. Un tipo di timore senza tempo preciso sembra ti spinga alle spalle
per rendere la tua strada più breve. Ma il vento annulla i colori dei noti giardini e le forme degli antichi portoni… Corri che il bambino guarda dai vetri delle finestre e piange... Corri che la nonna ha paura del tuono che è gia vicino. Il tempo si fa buio e le finestre si illuminano di lampade modeste, ma che danno un po’ di coraggio. Corri, signora, oggi era il tuo giorno libero e nella tua piccola borsa c’era, una piccola nota con i tuoi sogni da comperare per i giorni di festa. Ma tutto era sparito: i negozi per evitare il grande temporale stavano chiudendo e tu saresti arrivata alla tua casa sull’alta collina con la borsa vuota e il pianto in gola. La nonna e il bambino sarebbero rimasti infelici senza i regali promessi. La strada della collina portava giu nella valle quasi un ruscello d’acqua e ne aveva ridotto i confini. Finalmente ecco la porta di casa e accanto un piccolo gattino bianco e grigio che piangeva
forse per il freddo e la fame. La mamma lo prese in braccio e vide il sorriso di gioia del suo bambino. “Grazie mamma questo sì che è un bel regalo!” E incominciò ad asciugarlo felice. La nonna intanto aveva profumato la cucina con tre
grandi fette di torta. E
fu Natale. Una favola? È la realtà di quella povera gente che ha imparato anche oggi sotto questa comune pena, sotto questo inspiegabile lutto mondiale che la carita, è divisibile tra tutti, che l’amore non si vende né si compera, che il dolore di una perdita ci insegna l’importanza della vita e il valore delle nostre azioni, anche le piu modeste se fatte con l’amore e la vera carità. È, una realtà che va affrontata con l’amore per il prossimo, con la fiducia nella capacità dei medici, con la pazienza delle infermiere. Con le lacrime di chi ti amava, con la fiducia nelle parole del Signore e delle preghiere di chi resta. Il Signore perdona ogni cosa purchè il nostro sguardo sia rivolga a Lui.
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