venerdì 1 luglio 2016
«Sono scappato perché abitavo in un villaggio di musulmani sciiti e i taleban ci odiavano». La vita del ventiseienne Hussain Touri in Pakistan è stata segnata da una casa bruciata, tre zie rapite, minacce e amici uccisi dai terroristi in attacchi notturni. In uno è rimasto ferito anche lui, e in ospedale non avevano farmaci per curarlo. A fine 2014 è arrivato a Milano, dove ha ottenuto l'asilo politico. Racconta: «Un incontro mi ha cambiato la vita: quello con la Chiesa anglicana». Con loro ha conosciuto la Comunità di Sant'Egidio e sono diventati "amici comuni", in una prospettiva ecumenica che abbatte i muri nella città. Ora potrete incontrare Hussain tutte le mattine alla Stazione Garibaldi, impegnato a distribuire "Il Paese della Sera" sui treni Italo in partenza per Roma e Napoli. È uno dei sei rifugiati che ha trovato lavoro grazie a questa nuova rivista dedicata al mondo del volontariato, della cittadinanza attiva e della responsabilità sociale d'impresa. Gratuita, con un pubblico di 500mila lettori al mese, quanti sono i viaggiatori di Italo. Il quindicinale è realizzato dall'organizzazione Wsc, in collaborazione con Italo, Sant'Egidio, Corriere Sociale, le fondazioni Cariplo, Bracco e con il Sud. A bordo dell'alta velocità, correrà uno sguardo nuovo sul Paese che resiste costruendo coesione e una finestra aperta verso il futuro. «Gli altri ti raccontano l'Italia com'è, noi come sarà», il motto. La scelta è per le belle notizie: dalle protesi per disabili fino ai corridoi umanitari di Sant'Egidio.
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