sabato 14 aprile 2018
«Il Papa chiede perdono», «A tutti coloro che ho offeso». Titoli in pagina varia (11/4). Ha scritto ai vescovi cileni in coda alla vicenda dolorosa del vescovo Barros: «Sono incorso in gravi errori di valutazione»! Un atto di umiltà, che è verità e anche segno di forza, con la promessa di «riparare per quanto possibile allo scandalo e ristabilire la giustizia». Umiltà e forza paiono contraddittorie, ma non lo sono nell'ordine della grazia, e cioè dell'Incarnazione. Quel Dio che incarnandosi si rivela e si dona in Cristo è "Amore", e "la proprietà dell'amore è nell'abbassarsi". Lo ha scritto Teresa di Lisieux, ma è la lezione di Filippesi 2: "Pur essendo uguale a Dio" Gesù "umiliò se stesso fino alla morte di croce"! L'umiltà non è debolezza, ma nella fede cristiana entra in gioco quando c'è la vera grandezza.
È anche la lezione del Magnificat. Maria afferma l'umiltà e la piccolezza della "serva", quale è, e per questo dice "Il Signore ha fatto per me grandi cose!" Un Papa che chiede scusa. Anche questa può essere una caratteristica della "santità del quotidiano" che Francesco ha raccomandato in Gaudete et exsultate, e che i veri Santi hanno da sempre vissuto e proposto. Umiltà e grandezza vera. E torna in mente una pagina proprio di "Teresina", "piccola" agli occhi poveri del prossimo anche più prossimo come le sue stesse sorelle, ma grande "Dottora della Chiesa" e "Maestra dei teologi" per Giovanni Paolo II e Benedetto: «Con certe anime io sento che bisogna che io mi faccia piccola, che non abbia paura di umiliarmi confessando i miei combattimenti, le mie disfatte... Con altre ho visto che occorre al contrario per far loro del bene avere molta fermezza (…) abbassarsi allora non sarebbe umiltà, ma debolezza. Il Buon Dio mi ha fatto la grazia di non temere la guerra» (Man. C, f. 23). Fa bene pensarci su!
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