Tutte le cantate di Nicolaus Bruhns dodici capolavori ammirati da Bach
domenica 23 maggio 2010
Stando alla testimonianza diretta di Carl Philipp Emanuel Bach, Nicolaus Bruhns (1665-1697) è stato uno degli autori maggiormente amati dall'illustre genitore, il celebre Thomaskantor Johann Sebastian, che ne riconosceva la statura di fine compositore e di artista "globale". Allievo di Buxtehude e virtuoso strumentista " le cronache del tempo riportano di come fosse in grado di cantare accompagnandosi simultaneamente al violino e alla pedaliera dell'organo " nel sua pur breve esistenza Bruhns ha lasciato un'impronta decisiva nel panorama musicale coevo, testimoniata dalla pur relativa esiguità della sua produzione giunta fino ai nostri giorni: una manciata di pagine per tastiera e soprattutto dodici cantate sacre che costituiscono un patrimonio di inestimabile valore nel delineare il quadro complessivo del repertorio liturgico del tardo XVII secolo. Il cofanetto Das Kantatenwerk ne rappresenta l'unica incisione integrale a oggi mai realizzata; si tratta di due compact disc registrati tra il 1988 e il 1989, recentemente ripubblicati in edizione economica all'interno del progetto «Storia della musica barocca tedesca» firmato dall'etichetta belga Ricercar (distribuita in Italia da Jupiter).
Al di là delle considerazioni di carattere tecnico e stilistico, che sono peraltro esemplarmente tratteggiate nel saggio che accompagna la pubblicazione, è la varietà delle soluzioni armoniche a colpire maggiormente in questi brani, dove il rigore del contrappunto si coniuga con una disinibita fantasia creativa, insieme con la ricercata bellezza delle linee melodiche e la costante tensione verso l'immedesimazione con i sacri testi.
Peculiarità valorizzate in pieno dalla lettura offerta dai protagonisti di questa registrazione, l'ensemble strumentale Ricercar Consort e un affiatato cast di sei voci soliste che comprende il soprano Jill Feldman, il controtenore James Bowman e il basso Max van Egmond: interpreti che non solo dimostrano di aver assimilato i principi di questa poetica in modo semplice e naturale, ma che sono stati in grado di tradurli attraverso un approccio esecutivo che all'ascolto risulta facile e trasparente, nella costante ricerca di un punto di contatto puro e immediato tra dimensione terrestre e sfera divina.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: