«Tutta la verità» tra luci e ombre
giovedì 12 aprile 2018
Partire con la citazione del Vangelo su cosa sia la verità è un po' impegnativo. Ma così è stato. Dopo di che è la giornalista Stefania Panza, autrice di Una strage imperfetta, a esprimere la sua idea: «Nessuno di questa storia può dire di conoscere la verità o almeno tutta la verità». Tutta la verità, appunto, come il titolo dei due speciali in programma su Nove, il martedì in prima serata, dedicati alla strage di Erba e al delitto di Avetrana. La partenza è avvenuta con oltre due ore dedicate al brutale eccidio che nel dicembre 2006 sconvolse la cittadina in provincia di Como e per il quale sono stati condannati in via definitiva i coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, vicini di casa delle vittime: Raffaella Castagna e il figlio Youssef Marzouk, uccisi con la madre di lei, Paola Galli, e l'inquilina del piano di sopra Valeria Cherubini. Unico sopravvissuto, Mario Frigerio, marito della Cherubini. Il primo ad essere accusato, arrestato e offerto alla gogna mediatica fu il marito di Raffaella e padre di Youssef, Azouz Marzouk, di origini marocchine. Era il colpevole perfetto. Ma lui non c'entrava: in quelle ore drammatiche era a Tunisi. I sospetti si spostarono così sui coniugi Romano, che diventarono per tutti “Olindo e Rosa”, protagonisti di furibonde liti condominiali con Raffaella Castagna. Ma le indagini non furono lineari, né tantomeno le confessioni seguite da puntuali ritrattazioni. Nonostante questo vengono condannati all'ergastolo. E Tutta la verità punta proprio sulle contraddizioni delle indagini e dei processi per sostenere, di fatto, l'innocenza dei Romano, ribadita anche da Marzouk per il quale si tratterebbe di una strage ordinata da alcuni mafiosi per vendicarsi di sgarri subiti ai tempi del carcere. Ma lo speciale di Nove non manca nemmeno di sottolineare alcune anomalie negli atteggiamenti della famiglia Castagna. Inquietante, ad esempio, l'audio di una registrazione in cui uno dei fratelli di Raffaella, un paio di giorni dopo la strage, scherza e ride al telefono con un amico a proposito delle indagini. Alla fine le due ore corrono. Lo speciale da un punto di vista televisivo è fatto bene, a parte qualche immagine troppo forte fornita dai Ris. Il problema è semmai quello di essere sostanzialmente a senso unico finendo per gettare discredito sulla giustizia, sia pure con parte di ragione documentata.
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