giovedì 18 luglio 2019
Domenica (14/7, "La Lettura", p. 48): «Quando il Muro uccise un italiano» a Berlino. Gran parlare di muri, e quello già diceva morte... Nel 1973 per ministero ero a Berlino Ovest, ma dovevo varcare spesso quel Muro: la Chiesa di Berlino per decisione della Santa Sede non accettò mai la divisione. Ogni volta un'avventura, con minacce e pressioni, ma arrivavo alla Cattedrale, Santa Edvige. Il Muro divideva due universi: libertà e anche spreco a Ovest, tristezza cupa ad Est, e ogni tanto di notte il crepitio delle armi per impedire le fughe oltre quella barriera. Talora di giorno qualche rischio personale col mitra del Volkspolizist spianato in faccia... Quel Muro uccise ben più di un italiano. Come sempre i muri, quando non sono quelli della casa, uccidono. Altro spunto di vita, meno drammatico, ma singolare. Sul "Messaggero" (13/7, p. 1) leggo Elena Cattaneo: «Niente più rimborsi. La Francia boccia il valore scientifico dell'omeopatia». Ricordo stavolta senza "muri". Nei primi anni 70 fui a lungo a Parigi per studiare Teresa di Lisieux nelle sue opere e nella vita di monsignor André Combes, teologo e docente in mezzo mondo – cui si deve la scoperta laboriosa della vera dottrina di "Teresina" –, ero ospite nella casa del professor François Lamasson, presidente dell'"Associazione Amici e Discepoli di Combes", ma anche "della Lega Omeopatica internazionale"! Giornate intere a decifrare migliaia di lettere e biglietti tra Combes e le due sorelle di Teresa che avevano inserito 7.000 cambiamenti, e dopo lunghe traversie nel 1956 accettarono di pubblicare l'edizione autentica della "Storia di un'anima" e degli altri scritti della "piccola" – ma in verità gigantesca – Teresa, "maestra dei teologi", Dottore della Chiesa in cammino verso il Terzo Millennio. Omeopatia? Se ne può fare a meno. Non così della "santità" di fratelli e sorelle che la Provvidenza ci offre ogni giorno...
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI