martedì 15 marzo 2016
Francesco: tre anni. Analisi e sistemazioni. Trovi persino “Lutero in affitto”, insulto mascherato da fedeltà a ciò che in pagina motu proprio si identifica con “la” dottrina di fede. Meglio lasciar scivolar via! Per il resto gran varietà: amicizie autentiche, ovvietà e confusioni varie, pur con rispetto, su “Repubblica” (13/3, pp. 1 e 3). Stesso giornale (14/3) ben espressa, ma molto parziale, l'idea di un evento che ha (quasi) salvato la Chiesa «che si stava avvitando in uno stallo inesorabile». Troppa sicurezza, e certo qualche dimenticanza. Per esempio che l'ultimo messaggio di Benedetto finiva ricordando «priorità della fede e primato della carità» (9/2/2013). Questo, proprio questo, è il motivo di fondo anche di questi 3 anni, il «nucleo cui tutto si riconduce: “Lo avete fatto a me”» di Matteo 25. Il resto può essere opinione. La certezza è Vangelo: l'Amore di Dio, l'Amore che è Dio e la cui natura è «abbassarsi». Perciò è Misericordia, e tutto si unifica in questo mistero, il cammino di Dio con noi, «fatto come noi», come «svuotatosi» dello splendore della divinità (Fil. 2) che resta nascosta e si manifesta solo nel «servire». Qui – e solo qui – è Dio, è Gesù e ha senso la sua Chiesa. Il Giubileo è semplicemente strumento di questa unificazione. Il resto: dottrina e prassi, verticale e orizzontale, contemplazione e azione, fedeltà e libertà, giustizia e perdono, uscita e permanenza alla Presenza divina, tenerezza ed esigenza d'amore che sa anche soffrire, tempo ed eternità, vita e morte terrena, stoffa di ora per la veste nuziale eterna, Chiesa in uscita e permanenza al cospetto dei “Tre”, corporeità redenta e spiritualità celeste. Già ora e già qui… Duemila anni di Chiesa oggi nell'abbraccio fraterno che è la carezza di Dio all'umanità: in terra «Gesù, dolce memoria, che è futura gioia». È tutto.
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