sabato 31 maggio 2014
«Il diritto di essere religiosi senza Dio»: così ieri su Repubblica (pp. 40-41) "ragionava" (virgolette volute) Ronald Dworkin – noto filosofo del diritto recentemente scomparso, sostenitore dell'"egualitarismo" – ostentando i simboli delle tre religioni monoteistiche. Nel caso, tuttavia, leggi e ti rendi conto che stavolta la sua teoria è applicata male, allargata al punto di confondere libertà religiosa e libertà di coscienza come tale. Si può e si deve essere liberi in coscienza anche senza fondare in Dio l'affermazione, ma essere "religiosi", se la parola ha un suo senso elementare, implica di necessità l'idea di un Dio. Due pagine di Repubblica piene di vuoto – innocuo, per carità! – ma che succederebbe se un noto filosofo scrivesse che non si può essere liberi in coscienza senza religione? Insomma: a te viene da pensare alla celebre vignetta di Jacovitti – amico rimpianto da tanti – ove leggevi «Vietato zirconare i pirpaffi!» Suona bene, ma dice niente: vero "nonsenso". Al vero "buonsenso", ieri, ha pensato per fortuna Paolo Graldi (Mattino, p. 50) chiedendo prudenza a proposito del diffuso entusiasmo sul "divorzio": «Il divorzio è breve, salviamo le nozze»! Egualitarismo? Non del tutto e non sempre…
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI