Tra gli affanni della quotidianità un segno visibile dell’Infinito
martedì 10 gennaio 2023
Nel mondo ma “del” mondo, in mezzo agli uomini ma sempre come segno di un’alterità irriducibile alle semplici speranze di un vago benessere che ci faccia dimenticare gli affanni quotidiani. Così visse sant’Aldo, monaco eremita, secondo lo stile dei monaci di san Colombano e, narra la tradizione, carbonaio. A ben guardare il profilo di sant’Aldo, le cui notizie biografiche si sono perse nei secoli, è di fatto l’icona della vocazione di ogni cristiano. L’insegnamento di questo antico testimone della fede sta nella consapevolezza che Dio vive in ogni anfratto della nostra esistenza e che sta a noi saperci mettere in ascolto superando tutti i “rumori di fondo” della nostra frenetica quotidianità, aprendoci proprio a quell’Infinito Altro che è la radice della vita. Per la tradizione Aldo, vissuto in un tempo imprecisato tra l’VIII e l’XI secolo, era un carbonaio, che aderì al monachesimo nella forma portata a Bobbio dall’irlandese Colombano: una vita ritirata nella propria “cella”, momenti comunitari e un lavoro per potersi sostenere. Tra lavoro e preghiera, coniugando la tradizione monastica benedettina con quella portata dai missionari giunti dall’Irlanda, Aldo divenne testimone di santità in mezzo ai suoi contemporanei. Alla morte, unico dato storico certo, fu sepolto a Pavia, prima nella cappella di San Colombano e poi presso la basilica di San Michele. Altri santi. Sant’Agatone, papa dal 678 al 681; san Pietro Orseolo, monaco (928-987). Letture. Romano. Eb 2,5-12; Sal 8; Mc 1,21-28. Ambrosiano. Sir 42,15-21; Sal 32 (33); Mc 1,14-20. Bizantino. Ef 4,7-13; Mt 4,25-5,12. t.me/santoavvenire
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI