venerdì 21 agosto 2020
Nessuno escluso nel fare squadra dentro e fuori dal campo. Questo è «Calcio sociale». Il progetto nasce nel 2009 da un'idea di Massimo Vallati e di alcuni suoi amici appassionati di pallone, ma soprattutto educatori. Si basa sul calcio a otto, ma con qualche variazione rispetto alle regole. «Può giocare chiunque, dai 6 ai 90 anni, dal disabile a chi ha problemi di giustizia, dalla mamma con il figlio», spiega la volontaria Graziana Dizonno. «Calcio sociale» ha in gestione una struttura della Regione Lazio nel quartiere di Corviale a Roma di fronte al cosiddetto "Serpentone", un blocco di cemento lungo 1 km, alto 9 piani e abitato da circa 5mila persone. La struttura sportiva, riqualificata con i princìpi della bio-architettura e inaugurata nel 2014, si chiama "Campo dei miracoli". È composta da due campetti di calcio e una palestra, con un soffitto realizzato con 5mila scozze di legno lavorate dalle famiglie dei bambini di Corviale. Nonostante la pandemia ci sono due nuovi progetti in corso di realizzazione. Il primo è l'osteria sociale, che sarà avviata insieme a Slow Food e Arsial: ci lavoreranno i ragazzi del quartiere, vi si offrirà anche formazione grazie a importanti chef. Il secondo progetto si chiama «Dona una zolla», è una raccolta fondi online – attualmente in corso – per realizzare un campo da 11 giocatori, a disposizione anche l calcio femminile.
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