venerdì 3 ottobre 2008
«Beato chi ha un occhio in un regno di ciechi», ma averne due è ancora prezioso. Con un solo occhio vedi male, su un solo piede cammini male e gli eccessi di zelo unilaterale sono discutibili. Ieri sul "Tempo" (p. 9) c'era questo titolo squillante: «Scendo in politica con Silvio»! Magdi Allam, di recente felicemente divenuto cattolico, parlava di politica e della sua decisione di impegnarsi nel settore. Benissimo, ma forse l'enfasi era eccessiva, al punto che traspariva evidente il giochetto dell'intervistatore (lasciato correre da Allam?), per cui essere d'accordo con Benedetto XVI sulla necessità di «una nuova generazione di politici cattolici» vuol dire stare con" Silvio! Opinione libera, ma dirla scelta di fede, dal momento che in questa non c'è solo la bioetica, ma anche altro che pesa, pare eccessivo. Come è eccessiva, sempre ieri, la "memoria" di Francesco Agnoli che sul "Foglio" " p. 2: «Ed è subito Siri» " descrive una Chiesa dei tempi del Concilio, compresi Papa Giovanni e Paolo VI, migliaia tra vescovi, cardinali e preti, teologi di grande fede e di grande dottrina, tutti in preda alla follia di un «cupio dissolvi» cui solo il cardinale Siri e pochi altri, in tutto d'accordo con lui, sfuggirono per grazia di Dio e per lucidità di fede. Troppo! Pensare al Concilio " che Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno più volte descritto come «la grazia più grande fatta alla Chiesa» nel secolo scorso " e chiamarlo «disgrazia» è per lo meno memoria dimezzata, come una vita su un piede solo e uno sguardo con un occhio solo. Ovvia libertà, ma su due piedi, e con due occhi si vive meglio.
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