giovedì 31 luglio 2008
Titolone: "La Chiesa odia il moderno, la Chiesa salverà il moderno". Ieri su due pagine (10/11) di "Liberazione". Tonino Bucci intervista Daniele Menozzi, curatore per la Einaudi di un recente volume sul cristianesimo. A parte la solita foto di Giacomelli col girotondo di pretini svolazzanti, che da 50 anni riempie spazi vuoti non solo in pagina, trovi nel titolo, come nel motto della Sibilla, una misteriosa contraddizione e due sensi diversi. Infatti alle domande del "colto" pertinacemente "comunista" che spara impavido i suoi assiomi " «La Chiesa del Vaticano II non è la stessa istituzione dei tempi di Pio IX», «Oggi della modernità la Chiesa non riesce proprio ad accettare il principio della laicità», «Tra le altre confessioni il protestantesimo sembrerebbe quella più in grado di rivendicare un legame con i principi della modernità», ecc. " lo storico replica sempre smorzando i toni, ricorda la complessità, nega le sicurezze di tutti i luoghi comuni, fino al punto che in pratica finisce a sorpresa con l'affermare che la vera crisi attuale non è della Chiesa e della religione, ma della modernità stessa: «Oggi siamo alla ricerca di una definizione condivisa di cosa sia questa modernità. Un accordo di cosa sia il moderno oggi non c'è ancora». Toh! La sicumera "laica" che traspariva dalle domande del "giornale comunista" tutto d'un pezzo, è finita in pezzi. E tu ricordi che forse in quel titolo: "La Chiesa odia" la Chiesa salverà" un secondo senso rievoca una parola antica: "Chi vorrà salvare la propria vita, la odierà". Chi l'ha detta? C'è da pensarci su.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI