mercoledì 1 febbraio 2023
Alla tavola di Gigi Mangia, nel cuore di Palermo, si esce non solo con la sorpresa di aver mangiato bene, ma anche col gusto dell’incontro. Lui conosce almeno quattro lingue e ogni giorno arrivano clienti stranieri, come quei due americani che si sono seduti al tavolo con noi a parlare di vino e a raccontare cosa hanno scoperto della Sicilia. Certi ristoranti sono più efficaci di un’agenzia turistica e Gigi – a mio avviso – dovrebbe essere riconosciuto ufficialmente, dagli Enti locali, per questa funzione di promozione, che in un luogo dedicato ai prodotti del territorio farebbe proseliti. Non so quali parametri occorrano per essere ammessi fra gli Ambasciatori del gusto, che è un’associazione nata nel 2016 e patrocinata dal ministero per le Politiche agricole, certo non dovrebbe bastare essere degli “stellati” come se il giudizio di una guida francese (sigh!) fosse un passaporto per rappresentare l’anima di cucina e territori. Anche Francesco Saliceti, a Longobardi di Calabria, svolge la stessa funzione, da anni, nella sua minuscola “Degusteria”. Glielo riconoscono tutti e nella sua passione sta il segreto di quella forza sussidiaria di cui uno Stato dovrebbe essere orgoglioso. Lo conosco da anni, ma la descrizione che fece di lui Roberto Perrone, collega, amico, che è salito al Cielo la notte di domenica scorsa, resta unica. Scriveva Roberto (che mosse i suoi primi passi in questo giornale) sul Corriere della sera nel 2011: «Francesco è una specie di agenzia, del gusto e turistica. Con lui si può ripercorrere la storia del paese fondato dal re dei Longobardi Liutprando, figlio e successore di Ansprando, che qui giunse nel VII secolo con la sua gente. Oppure ascoltare la storia del Monte Cocuzzo, 1.541 metri, conosciuto come la montagna di fuoco... La chiesa del Beato Nicola Saggio (oggi Santo, ndr) poi racconta di una fede millenaria, ma Francesco vi farà scoprire anche Fiumefreddo Bruzio, altro splendido borgo dove fanno la filiciata, indimenticabile piatto a base di formaggio fresco su foglie di felce che fa “pendant” con la frittata di patate. Opere d'arte anche queste». In poche frasi, dunque, la capacità di scoprire il quid di un borgo. È stato un maestro Roberto Perrone, ma lo sono anche questi ambasciatori de facto, come Gigi Mangia e Francesco Saliceti, che il ministero oggi retto da Francesco Lollobrigida dovrebbe in qualche modo riconoscere. Perché valorizzare l’Italia non è una puntata di “Masterchef”. È molto di più. © riproduzione riservata
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