martedì 20 maggio 2008
Internet, domenica, un "vaticanista de "La Stampa" sul Papa a Genova: "La rivincita di Siri porta la firma di Benedetto". Per lui l'evento genovese «è nel segno del cardinale Giuseppe Siri». Tesi ragionevolissima. Per mezzo secolo Genova è stata sede di un grande personaggio della Chiesa e della cultura come Siri, la cui memoria di "assoluta ortodossia e obbedienza alla Santa Sede" è cara a Benedetto XVI. Ma la seconda metà del pezzo racconta, pur con qualche condizionale, che Siri fu «legittimamente eletto Papa la sera del 26 ottobre del 1958 al quarto ballottaggio del primo giorno del Conclave», decidendo di chiamarsi "Gregorio XVII", e poi costretto a rinunciare da «una violenta protesta da parte dei cardinali riformatori, che si alzarono in piedi minacciando di voler costituire una Chiesa scismatica se l'elezione fosse stata annunciata pubblicamente». I "cardinali riformatori"? Detto subito: «I cardinali dell'Europa dell'Est (che) imposero a Siri di rinunciare al Papato» per paura delle reazioni dei Paesi comunisti. Conseguenza tranquilla: «le dimissioni forzate dovrebbero essere considerate nulle». E allora? Allora dal 1958 la Chiesa cattolica avrebbe tutti Papi illegittimi! Una cosa enorme, ma con evidente illogicità alla radice del racconto: nel "primo giorno del Conclave" già "il quarto ballottaggio"? E i cardinali dell'Est, p. es. quel gigante di coraggio che fu Stephen Wiszinskj, impauriti delle reazioni dei Paesi comunisti?! Risultato: domenica mezza pagina 16 della "Stampa" è occupata da una grossa pubblicità di francobolli. L'insensatezza, libera nei blog, ha dei limiti in pagina.
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