sabato 12 maggio 2012
L’altro ieri criticavo la notizia, in Rete data come sicura, con citazione autorevole («la fonte», sic!), secondo la quale «i cattolici» oggi in Italia «soffrono» perché temono che l’anno prossimo al Quirinale salga un «non cattolico». Un sorriso… Ebbene, sempre in rete trovo una replica dell’autore che si dichiara «cattolico» ed è arrabbiato perché ho scritto che la notizia era «fasulla». Ebbene: credo di aver diritto di scriverlo, visto che conosco un po’ di mondo cattolico e non vedo grossa preoccupazione per «l’anno prossimo» al Quirinale, che non è (ancora) Gerusalemme. Altro? Sì, sul “Quotidiano Nazionale” (p. 4) si prende spunto dalle preoccupazioni di monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio consiglio Giustizia e Pace sulla crisi economica per titolare “L’attacco della Chiesa al Governo”. Stortura, forse interessata, ma proprio brutta! Che capovolge la stortura proposta domenica scorsa (a carico della Cei) da “Repubblica”. E due letture storte non ne fanno una dritta. Ultima: ieri sul “Fatto” torna per l’ennesima volta in pagina un Horacio Verbitsky, che accusa in blocco – “Il Vaticano sapeva” (p. 17) – per i “desaparecidos” nell’Argentina della giunta militare di Videla: Paolo VI e Giovanni Paolo II vengono evocati come complici e per lo meno spettatori passivi. Accuse ridicole, subito smontate con fior di argomenti e dimostrate false anche da vicende vissute a Roma: le «madres de Plaza de Mayo», madri, sorelle e spose dei “desaparecidos” accolte a lungo nella parrocchia della Trasfigurazione e salutate più volte in Piazza San Pietro da Giovanni Paolo II. Dunque vecchi veleni sempre pronti all’uso indiscriminato. Per restare a galla si gonfiano antiche calunnie. A fondo!
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