giovedì 5 dicembre 2019
Leggi i giornali? Aspettati di tutto. Per esempio sul “Foglio” (4/12, p. 1), che si riferisce a uno scritto precedente del “Fatto quotidiano”. Leggi lì, dunque, che Domenico De Masi, noto sociologo e «intellettuale organico del M5S», avrebbe affermato che Luigi Di Maio «è un bravo capo politico, un santo, un apostolo…»! L'enfasi sacrale è già notevole, ma non è ancora tutto. C'è altro: Di Maio «è certamente un giovane fuoriclasse: è riuscito a mettere insieme un curriculum che nessun trentatreenne, salvo Gesù Cristo potrebbe vantare». La nota è forse ironica di suo, ma di fronte al parallelo “celeste” puoi domandarti sorridendo se sia proprio così, dal momento che quel “trentatreenne” a quella età aveva davvero con sé poco più che 12 persone. Il confronto dei curricula in pagina lo leggi con sorriso, ma un vero e proprio enigma resta... Cosa può spingere uomini intelligenti, noti da decenni, analizzatori sapienti di fatti e di idee a un parallelo come questo, che vorrebbe essere – e a prima vista parrebbe – una trovata intelligente, mentre è solo uno sproposito? Misteri del pensiero impaginato! È ancora oggi davvero “il fin la maraviglia”, come nel Seicento barocco? Forse, e del resto ci siamo abituati. Visto proprio qui pochi giorni fa (30/11), quando un altro “sapiente” che trovi spesso in pagina, organico a tutti e a nessuno – può essere un pregio, anche se su certi temi che magari ti stanno a cuore sei sempre in disaccordo con lui – ha scritto per convincerci che il Vangelo è «un romanzo». Solo un romanzo? E solo per questo romanzo nel bene e nel male tanta umanità ha vissuto, ha pensato, ha creato idee e civiltà, ha persino combattuto anche battaglie in quel romanzo impreviste, e ha sacrificato, anzi ancora oggi sacrifica tanta realtà di vita, di donazione, di amore, di presenza, senza richiedere niente? E allora? Libertà, ancora una volta in pagina, ma da valutare sempre…
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