Difese la comunità da eresie e invasori
giovedì 11 marzo 2021
Da poeta, monaco e teologo a patriarca e difensore dell'ortodossia e dei credenti di fronte alla minaccia delle eresie e delle pressioni da oriente del califfato: san Sofronio di Gerusalemme testimonia il ruolo delicato dei pastori, chiamati non solo a guidare ma anche a custodire con amore la comunità cristiana. Siriano di Damasco, fu eletto patriarca di Gerusalemme nel 634, quando la Palestina si trovava a vivere sotto la paura dell'imminente invasione da parte di Abu-Bekr, suocero di Maometto e del califfo Omar. Ma da patriarca Sofronio dovette affrontare anche l'eresia del monotelismo che indeboliva la figura di Cristo, svilendo di fatto la sua natura umana. Assieme a Massimo il Confessore, Sofronio cercò di combattere con vari scritti l'eresia che usciva dalla stessa corte imperiale di Costantinopoli. Nel 637 dovette consegnare la città al califfo Omar, ottenendo però la libertà di culto per i cristiani. Morì di lì a poco. Di lui ci sono pervenute alcune poesie e lettere.
Altri santi. San Pionio di Smirne, martire (III sec.); beato Giovanni Righi da Fabriano, religioso (1489-1539).
Letture. Romano. Ger 7,23-28; Sal 94; Lc 11,14-23.
Ambrosiano. Gen 23,2-20; Sal 118 (119),81-88; Prv 11,23-28; Mt 6,25-34.
Bizantino. Aliturgico.
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