domenica 23 settembre 2018
Il libro dell'Apocalisse si apre con una visione di Gesù risorto del quale a un certo punto si dà questo particolare: «Teneva nella sua destra sette stelle» (1,16). Il verbo usato (echo) esprime un gesto nel quale sono insite forza, potenza, vittoria, senza dimenticare che il significato di tale verbo può anche essere "ho con me", "includo", "ho in me". Il verbo quindi esprime azione e condizione: l'azione vigorosa del Signore che tiene salde le stelle e la condizione relazionale che ne deriva in merito a lui stesso e alla Chiesa. Infatti la spiegazione di questo avere le stelle nella destra, la mano operativa, non tarda a giungere nel racconto della visione: «Il senso nascosto delle sette stelle, che hai visto nella mia destra, e dei sette candelabri d'oro è questo: le sette stelle sono gli angeli delle sette Chiese, e i sette candelabri sono le sette Chiese» (1,20). Gli angeli delle chiese sarebbero da identificare con i loro celesti patroni, sulla scorta del libro di Daniele (12,20-11,1; 12,1). Risulterebbe così che tutto nella Chiesa, la sua dimensione terrena e quella ultraterrena stanno ben salde nella destra di colui che era morto, ma ora vive per sempre (1,18). È come se la signoria cosmica di Cristo risorto, al quale è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra (Mt 28,18), e che ha il primato su tutte le cose (Col 1,18), servisse a lui per reggere la Chiesa. Le sette stelle sono così sfolgorante immagine della ministerialità ecclesiale di colui che ha vinto la morte.
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