domenica 3 maggio 2009
«I nostri figli senza maestri" ("Corsera", 30/4, p. 1): Isabella Bossi Fedrigotti sul baratro di solitudine, disperazione e violenza, in particolare dell'attuale gioventù. Dopo l'eclisse del "padre" preannunciata 60 anni fa da Mitscherlich ("Sulla via di una società senza padri") oggi l'assenza «squilibrante» di un genitore, o di entrambi, e del «magistero di insegnanti e di altre figure di educatori, p. es. i parroci"». Su ciò, qui, già il fondo di Gabriella Sartori (1/5), ma il punto dolente è che in nome di una decantata «laicità» anche la forza di media pubblici e privati rema in direzione opposta e pare esaltare il vuoto e la libertà senza bussola alcuna. Al volo? Venerdì su "Le nuove ragioni del socialismo" (p. 4) allegato al "Riformista" " che già di suo ha in copertina uno strillo singolare sulla vicenda Fiat " «Jesus (?) Chrysler Superstar» " titolo "Tatafiore, laica eccelsa", per Letizia Paolozzi che elogia il suicidio della nota collega femminista: «Sola, depressa, malata? Macché! Era bella, vitale, carnale. Però si è uccisa»: un atto di «laicità eccelsa». Quel «però» non conta: «eccelsa». Dunque gloria in excelsis! Vale solo per il suicidio? Anche per l'overdose? Per una coltellata data alla cieca per un parcheggio? Per l'auto che investe la folla alla parata della regina? «Laicità»? Sul "Venerdì", stesso giorno, Michele Serra domanda: «Ma non si può crescere anche senza una religione?». Certo: però messi da parte padri, madri, professori, parroci e testimoni di valori che non ingannano e non portano a dare morte, cosa resta, oltre la Tv del vuoto e certi eccessi «in excelsis»?
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