giovedì 10 settembre 2015
Sedici anni. E tanta voglia di trasgredire. Di sentirsi vivi. Di sentirsi grandi. Ma nel modo sbagliato. Poi basta un incontro inatteso, una voce a chiedere aiuto, a toccarti il cuore. E scopri che differenza passa – che gusto diverso ti lascia – fare una bravata, oppure fare il bravo. Fare la cosa giusta. Anche se costa. E devi metterci la faccia. Accade a Monza, dove due amiche, nel tardo pomeriggio di martedì, varcano la soglia di un grande magazzino, in centro, e si appropriano di alcuni articoli. Capi di abbigliamento. Merce per una trentina di euro. Si saprà poi che a muovere le ragazze non è la necessità. Altra motivazione pare averle portate al furto. Che però non va a buon fine. Un addetto alla sicurezza del negozio nota i loro movimenti, dà l'allarme. E le amiche si danno alla fuga, corrono fuori all'impazzata. È qui, sul marciapiede, che una delle due travolge un'anziana e la fa cadere rovinosamente a terra. Mentre l'amica svanisce nel nulla, la ragazza – 16 anni, studentessa d'origine africana – sente i lamenti di dolore della donna che ha fatto ruzzolare in strada. Così decide di fermarsi. Di tornare indietro a soccorrerla. E di attendere l'arrivo del 118. Sono loro a rassicurarla sulle condizioni dell'anziana: nulla di grave, una lesione al polso. L'equipaggio dell'ambulanza medica la 74enne e la porta in codice verde all'ospedale San Gerardo. La ragazza, intanto, torna nel negozio, restituisce la merce rubata, aspetta i carabinieri. Per lei scatterà la denuncia per furto e la segnalazione al Tribunale dei minori. Ma da martedì quella sedicenne è un po' meno «minore». E un po' più grande.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI