domenica 7 settembre 2008
Su La Stampa (venerdì 5), appare la prefazione di Piergiorgio Odifreddi, professore di matematica e logica, a un libro del collega John Allen Paulos, che insegna alla Columbia University e che dimostra, anzi dà «la prova matematica dell'inesistenza di Dio». L'impresa di Paulos è davvero ardua, perché, come proprio la logica insegna, di molte cose si può dare una prova matematica, meno che di ciò che non esiste, se non altro perché non si sa che cosa sia e quindi quali parametri occorrano. Per di più, se di Dio si accetta almeno il concetto teorico, bisogna riconoscere che, essendo il "totalmente altro", non è qualcosa né qualcuno e, dunque, sfugge a qualsiasi logica o scienza o filosofia umane. Tant'è vero che il titolista della Stampa, cadendo nella trappola del libro, ha scritto: «Dio? È inesistente». Ma come fa a "essere" se non esiste? Voglio fare, però, i miei complimenti a Odifreddi per la sua prefazione rinviandogli una sua frase: infatti «smaschera una pessima e diffusa abitudine delle persone: quella di prendere posizione a favore o contro un argomento senza sapere bene di che cosa si stia parlando».

IL "VANGELO" DI CORRADO
«Gesù non ha mai detto di voler fondare una religione, una Chiesa, che portassero il suo nome; mai ha detto di dover morire per sanare con il suo sangue il peccato di Adamo ed Eva, [...]; non ha mai detto di essere nato da una vergine che lo aveva concepito per intervento di un dio; mai ha detto di essere unica e indistinta sostanza con suo padre, Dio in persona, e con una vaga entità immateriale denominata Spirito. Gesù non ha mai dato al battesimo un particolare valore. Infine, non ha istituito alcuna gerarchia ecclesiastica» e via di seguito. Così Corrado Augias comincia il suo secondo libro-inchiesta sul Cristianesimo, scritto con lo storico Remo Cacitti e di cui La Repubblica ha fornito (30 agosto) un'anticipazione. Ma è proprio vero quello che Augias dice? Rileggiamo qualche parola di Gesù: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa» (Mt 16,18); "Il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai pagani [...] lo uccideranno..." (Lc 18,32-33); "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue che è dato per tutti in remissione dei peccati" (Mc 14,24); "Io e il Padre siamo una cosa sola [...] Il Padre è in me e io nel Padre" (Gv
10,30; 38); "Vi manderò lo Spirito consolatore" (Gv 16,7); "Simone, conferma i tuoi fratelli" (Lc 22, 32) eccetera. Strane le inchieste di Augias, il quale le comincia partendo dal risultato cui vuole arrivare, si sceglie l'interlocutore che glielo confermi e non tiene conto delle fonti.

I PADRONI DELLA VITA
Il "caso Eluana" fa ancora discutere. Dopo il «no» della Lombardia alla morte per fame e sete di quella povera ragazza, su La Repubblica (giovedì 4) Umberto Veronesi accusa i politici lombardi di volersi fare invece che servitori, «padroni della vita» (sull'Unità, venerdì 5, parla di «dovere di morire»). Come chiamerebbe, allora, il professore i suoi "amici" che praticano gli aborti, la fecondazione artificiale, le analisi cruente pre-impianto e che fanno esperimenti sugli embrioni e con la clonazione terapeutica?
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