domenica 28 novembre 2010
Un «Rapporto sulla secola-
rizzazione in Italia» promosso dalla Cgil-Nuovi Diritti, segnala la diminuzione del numero degli studenti delle scuole cattoliche: in 17 anni, dal 9 al 6,7 per cento del totale. Il Fatto quotidiano annuncia con soddisfazione: «Gli italiani lasciano le scuole cattoliche». Il motivo, però, non è la «secolarizzazione», ma il costo delle scuole paritarie, che, pur essendo inferiore a quello delle statali, è sopportato dalle famiglie. Queste non solo pagano, con le imposte, anche quello delle scuole di Stato di cui non usufruiscono, ma non mandandovi i propri figli, alleggeriscono il peso dell'istruzione statale di 6 miliardi e 245 milioni di euro l'anno. Insomma, ogni studente che passa dalle paritarie alle statali fa risparmiare i genitori, ma aggrava gli oneri della pubblica istruzione. Motivo per cui il discusso art. 33 della Costituzione, che afferma: «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole [...] senza oneri per lo Stato», sembra contenere un errore e dovrebbe essere così corretto: «... hanno il diritto di chiudere scuole e istituti, purché senza oneri per lo Stato».

PERSONE E CATEGORIE
Il libro-intervista, in cui Benedetto XVI ribadisce l'immoralità oggettiva dell'omosessualità, ha fatto arrabbiare Liberazione, il «quotidiano comunista» portavoce di "Sinistra e libertà". Questo, accostando imprudentemente il Papa a Berlusconi, gli ha dedicato in prima pagina (mercoledì 24) un titolo assai volgare, dando voce all'«associazionismo Lgbtqi» e facendoci scoprire che il mondo della sessualità a libera scelta individuale si è arricchito di ulteriori generi. Un tempo l'acronimo Lgbtqi era composto di sole quattro lettere (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali). Poi ha acquisito la Q di "queer", cioè bizzarre, e ora ha una nuova coda. Oltre a queer, la Q significa anche questioning, vale a dire identità in questione, incertezza sul genere di appartenenza. La «I» indica, invece, gli "intersex", ossia persone in cui c'è contraddizione tra organi esterni e interni. Sono, tutte queste, condizioni umane difficili, anche sofferte, che non meritano di essere trattate con l'arroganza (loro lo chiamano "orgoglio") abituale dell'Arcigay e simili, né assimilate, nel nome di un grossolano qualificazionismo sociopolitico, in un disinvolto acronimo. Non meritano neppure la leggerezza con cui le tratta l'Unità (lunedì 22): «Maschi o femmine? [...] Quel che conta " afferma " è la percezione soggettiva». In altri termini la ricerca del «proprio equilibrio [... ma] non sulla base di rigide categorie imposte». Al contrario proprio la pagina settimanale, su cui tutto ciò è scritto, identifica queste persone con le suddette rigide e rifiutate categorie e con un acronimo in crescente lunghezza.

OROSCOPI "LAICI"
Esempio classico di "laicità" laicista: «Marte, Mercurio, e da lunedì anche il Sole in Sagittario, alla fine di novembre piacciono ai segni di Fuoco. Il passaggio da Scorpione a Sagittario è come il passaggio dalla notte al giorno [...]La linea retta sagittariana procede liberando un'energia che prorompe, e travolge in un crescendo appassionato che arriva comunque all'obiettivo. Anche se non è l'obiettivo che interessa». Da un oroscopo di D - La Repubblica delle donne (sabato 20). Viva la laicistà.
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