sabato 29 aprile 2017
Un videomessaggio forte di Francesco a un incontro di giovani a Vancouver apre la prima pagina de “L'Osservatore” (27/4): «Quando c'è il noi comincia una rivoluzione». Stessa p. 1: «Per Gramsci la religione è necessaria», e rinvio a p. 5. Interesse per un uomo che ha combattuto la religione – per lui da «accompagnare» fino al suo «suicidio» storico – ma è stato anche esemplare di coraggio e resistenza al potere. Sorpresa? Perché mai? Ancora lì “Gemelli diversi”: intera p. 4 per don Mazzolari e don Milani ricordando “Esperienze pastorali”, libro scomodo per tanti, ma per Mazzolari «primo e più valido studio di sociologia religiosa in Italia». Quante porte chiuse si sono aperte oggi, in questa Chiesa sempre viva per grazia dello Spirito Santo, ma talora velata da paure e reticenze di potere! Ancora su tutte le pagine, nel giorno della Liberazione, la notizia che il Papa visiterà Barbiana e Bozzolo per onorare la memoria benedetta di quei due “pastori” diversi nello stesso nome di Gesù “liberatore” e luminosi di quella Luce che sola salva. Stesso 25 aprile, come ricorda “Il Trentino”, 25° anniversario della morte improvvisa di padre Ernesto Balducci, anche lui riflesso diverso, ma convergente con quello dei due confratelli nel “tradurre senza tradire” l'annuncio liberatore del Vangelo... Pensiero: se non si riconosce quella Luce sorgente la vita dei tre – o addirittura di tutti e quattro? – sarebbe solo spreco e sforzo inutile di impotenza e fallimento totale. Due note personali: mi ha colpito la notizia che alla fine della vita Antonio Gramsci mostrò interesse e rispetto per Teresa di Lisieux. Ancora: molti anni orsono inviai un mio scritto a Balducci, per “Testimonianze”. Risposta: «Caro Gianni, le note del nostro pentagramma non sono adatte alle tue...». Bella davvero la libertà dei figli di Dio, e il Vangelo è liberazione: anche senza “teologia”!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI