mercoledì 25 febbraio 2015
A Mosca, nella lugubre decadenza del socialismo reale, poi nella stagione detta Perestrojka, in cui 70 anni di strutture politico sociali passavano dallo stato solido allo stato gassoso, consegnando ad un intreccio di nomenclatura e criminalità su basi etniche il destino di interi popoli e paesi assembrati geograficamente da una ideologia che si reputava salvifica e definitiva ed era tirannica e passeggera, la cristianità slava ortodossa, scampata alla persecuzione, ha dimostrato di essere ben radicata.Per un po' si disse che la storia fosse finita; tanta la voglia di crederlo da non vedere il riemergere della geografia a cui la stessa aveva affidato le armi per affilarle. La cristianità slava ortodossa, poco incline al nuovo radioso futuro per essere appena scampata al precedente, ricostruiva. Invito caloroso a considerare la riedificazione della Cattedrale del Cristo Salvatore: tempi, costi e capacità di ricomporre una memoria architettonica da ricordi privati di un intero popolo obbligato alla collettivizzazione, alla cancellazione del passato.Con il crollo dell'Unione Sovietica, la Russia, travolta dal secolo breve di cui ha segnato inizio e fine, vittima e carnefice di sé stessa, sembrava aver perso tutto. A dispetto di molti non l'anima ortodossa.
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