martedì 25 giugno 2019
Certe notizie, pur risapute da sempre, ogni tanto rimbalzano a sorpresa e con grande risalto. Come al biliardo: la stecca colpisce e seguono i rimbalzi fino all'esito finale... Ieri ovunque in pagina quasi stupore per una parola di papa Francesco: «Roma città abbandonata»! Così "Repubblica", e "Fatto", e "Corsera", e "Libero", e altrove, sempre con aria di sorpresa. Genuina quella per il "degrado"? Chi a Roma ha occhi per vedere, naso per l'olezzo dei profumi e polmoni per respirare, lo sa e lo soffre da tempo, e invece la notizia rimbalza moltiplicata perché l'ha detto... il Papa! Un buon segno? Sì, nel caso specifico. Sperando che si aprano gli occhi e si corra ai ripari. Ma con qualche risvolto di attenzione critica e professionale a sorpresa. Infatti sempre ieri sul "Fatto" un collega che stimo e di solito apprezzo parla con questo titolo di un libro di Alberto Guasco sulla gioventù di Martini: «Il giovane gesuita e la politica. Nostra netta vittoria nel 1948». Sorpresa anche qui? Sì, e la ragione sarebbe nel fatto che «il cardinale Carlo Maria Martini è stato una delle figure più forti, intense e belle del cattolicesimo novecentesco e d'inizio millennio», senza la cui opera tante cose sarebbero state diverse anche nella vita della Chiesa fino a oggi... Trovare un Martini contento per il 18 aprile del '48, detto «nostra vittoria», pare incredibile, e invece incredibile è la meraviglia! Non varrebbe la pena oggi, dopo 70 anni (!), ricordare al lettore cosa erano allora la Dc di De Gasperi e il Pci di Togliatti alleato con il Psi di Nenni nel Fronte Popolare? Allora il comunismo non era Berlinguer, ricordato di recente anche con qualche gratitudine molteplice e inattesa, e in realtà neppure Togliatti o Nenni. Era Stalin e l'Urss che dopo la sconfitta di Hitler aveva invaso mezza Europa, e minacciava il resto... Ogni tanto, per dovere di cronisti e di adeguatezza professionale, certi rimbalzi andrebbero chiariti. Senza memoria lucida non c'è futuro, ma solo confusione: anche in pagina.
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