martedì 7 giugno 2005
La furia leva lucidità: si attacca al passato, ma non riflette. Sull'"Unità" ieri un Enrico Berlinguer del marzo 1974, con questo titolo: "La Chiesa fa politica, lo Stato si difenda". È evidente il riferimento al referendum sul divorzio, ma Berlinguer parlava di crisi del governo Rumor, e l'accenno al referendum del maggio successivo era solo marginale. L'opera-zione è strumentale, e anche autolesionista per chi ricorda che allora Berlinguer difese una legge dello Stato e del Parlamento nella loro laicità da un referendum con etichetta "cattolica", e annota che oggi a difendere la legge 40 dello Stato voluta dal Parlamento laico ci sono quelli, cattolici e no, che non ne vogliono l'abrogazione ritenendola un male minore. Una bella differenza! E poi è il caso di ricordare anche altro, a chi fosse distratto, cioè che spesso, anche di recente, proprio "L'Unità" non è abituata a ricordare in positivo Berlinguer: troppo timido e cedevole con Chiesa e cattolici, troppo concordatario, troppo influenzato da gente "cattolica" come Franco Rodano e Tonino Tatò! Tempi passati, anzi rovesciati: sempre ieri, p. 27, lettera di accuse durissime alla Chiesa cattolica con risposta adeguata di Luigi Cancrini, ambedue accanite nella descrizione di 2000 anni di Chiesa cattolica tutti sessuofobici, ipocriti, contro le donne, macchiati dalla pedofilia dilagante, fissati nel "dogma" che "si fa l'amore solo per procreare" (!), e anzi peggiorati con l'avvento del nuovo Papa, che non pensa più al mondo e alla pace come Wojtyla, ma torna alla "morale cattolica"! Una bella differenza? In peggio.
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