sabato 11 maggio 2019
Mi trovai l'altro giorno ad assistere al Convegno sui progetti di pace nucleare dall'Area coreana alle altre nel mondo. Niente di più lontano dalle mie conoscenze e dai miei studi. Gli scienziati presenti in una grande sala di questo centro, dietro il colonnato di San Pietro a Roma, affrontavano con le parole più semplici possibili il grande progetto di riciclare le testate nucleari del mondo in un tema di pace. Le bombe atomiche, custodite nei vari arsenali del mondo, potrebbero essere dimesse in modo da fornire il combustibile per centrali nucleari che producono elettricità. Il tema era interessante perché offriva l'unico modo di convertire strumenti di distruzione in progetti di pace e di benessere per l'umanità. Ma ieri il piano descritto, come proposta di massima, era per la Corea del Nord, dove la materia nucleare militare dovrebbe essere convertita in energia elettrica che potrebbe poi essere portata nei paesi confinanti ed infine nella Cina e nella Russia. Ascoltavo, ma era così lontana per me la popolazione della Corea del Nord di cui si avevano fino a oggi notizie quasi nulle. Questo paese di 25 milioni di abitanti ha in proporzione un esercito tra i più grandi del mondo, tre volte quello della Corea del Sud, ma la popolazione è di una povertà assoluta. Basti pensare che durante la notte, a parte la capitale, i paesi non godono della luce elettrica. Ora la proposta di pace nucleare che potrebbe portare la conversione di tale armi, continuando sulla strada della distruzione delle prime 20000 testate trasformate in energia di pace con il vecchio piano Usa-Russia, è la via della civiltà che parte dall'Europa. Mentre uno dei professori indicava sulla lavagna i termini delle distruzioni che porterebbero l'uso delle bombe atomiche, mi trovai a leggere questo appunto: «Basterebbero 200 esplosioni in qualunque parte del pianeta a generare sulla terra l'inverno nucleare per tutta l'umanità». Per ora vi è un piano di massima per contribuire ad un processo di pace e di sviluppo dell'area coreana che propone la conversione del materiale nucleare militare in energia elettrica. Piano per ora proposto a favore della Corea del Nord ma che potrebbe evolversi in tutta la penisola e collegarsi poi con altri paesi come la Cina, la Russia ecc. Ascoltavo con interesse e guardavo questi uomini di scienza che così poco cercano favori per sé stessi, e lavorano per amore della scoperta e della possibilità data agli uomini di salvare la nostra terra pur sapendo che il loro lavoro non gode della pubblicità e della pubblica conoscenza. Ma il tema del nucleare nord coreano è oggi in cima alle preoccupazioni del mondo libero che vede in questo paese una condizione di profonda povertà, allora la descrizione del progetto di conversione si presenta come l'unica soluzione e l'ultima speranza.
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