Rai 1, “Nero a metà” convince appieno
martedì 5 aprile 2022
Nel commissariato romano di Rione Monti all'Esquilino c'è più vita privata che casi su cui indagare, anche se il commissario Carlo Guerrieri, alias Claudio Amendola, non è molto diverso dai colleghi delle altre fiction poliziesche, da Lojacono de I bastardi di Pizzofalcone a Rocco Schiavone della serie omonima. Anche Guerrieri, protagonista di Nero a metà (il lunedì in prima serata su Rai 1 per la terza stagione), ha una figlia e un passato doloroso con cui fare i conti, ma rispetto agli altri, gli affari personali se li ritrova molto più spesso tra le mura del commissariato che tra quelle domestiche, non fosse altro perché la figlia Alba (Rosa Diletta Rossi) è un medico legale e se la intende con il vice ispettore Malik Soprani, un giovane di colore interpretato da Miguel Gobbo Diaz, che è appunto uno degli attori italiani di colore, insieme ad Alberto Malanchino (Doc) e Daniele Peirò (Noi), che in questo momento stanno avendo un grande successo nelle fiction nostrane. Tra l'altro lo stesso titolo Nero a metà si riferisce al pregiudizio per il colore della pelle e per l'estrazione sociale diversa, ma anche alla possibilità che l'integrazione si realizzi passando per una storia d'amore come quella tra Alba e Malik, che a differenza del probabile futuro suocero non è il classico poliziotto venuto dalla strada, ruvido e con un grande cuore, bensì un giovane fresco di accademia, colto e raffinato. Il confronto tra i due, oltre al rapporto di Guerrieri con il burbero amico e collega Mario Muzo (Fortunato Cerlino), è uno degli elementi portanti di una serie dallo sviluppo tradizionale con le solite storie private che s'intrecciano alle indagini per il solito omicidio, singolo o plurimo che sia. Secondo copione anche l'ironia del medico legale interpretato da Angela Finocchiaro.
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