Rai 1, “Cose nostre” e gli esempi eroici
mercoledì 13 luglio 2022
La storia della Questura di Palermo, «avamposto degli uomini perduti», sta in una lapide all'ingresso. Ci sono i nomi, per l'esattezza i cognomi e i nomi come si conviene agli ambienti militari, di coloro che sono morti nella guerra di mafia scatenata dalle cosche negli anni Ottanta. In quella lapide manca solo un nome: Francesco Accordino, all'epoca capo della squadra omicidi, l'unico sopravvissuto. Non poteva quindi che partire dalla sua testimonianza la nuova edizione di Cose nostre, il lunedì in seconda serata su Rai 1, da qualche anno uno degli appuntamenti più interessanti dell'estate televisiva. Senza retorica, con uno stile asciutto ed efficace, il programma di inchieste condotto da Emilia Brandi (che lo firma con Vincenza Berti, Giovanni Bianconi, Alessandro Chiappetta, Beniamino Daniele, Sergio Leszczynski, Federico Lodoli e la regia di Raffaele Maiolino) continua a raccontare storie di donne e di uomini che si sono opposti alla violenza cieca delle mafie e allo strapotere della criminalità organizzata. Al centro della puntata in questione il giovane agente di polizia Natale Mondo, l'ultimo ad essere finito sulla lapide. Sposato e padre di due bambine, Mondo faceva parte della squadra di superpoliziotti che dava la caccia ai latitanti più pericolosi della Sicilia. Braccio destro di Ninni Cassarà, ha contribuito da infiltrato all'arresto di numerosi boss mafiosi. Eppure, dopo la morte di Cassarà, anch'egli ucciso dalla mafia il 6 agosto 1985, fu persino sospettato di essere al contrario la talpa dei clan all'interno della Questura palermitana. Fu riabilitato definitivamente solo dopo essere stato crivellato di colpi mentre apriva il negozio di giocattoli della moglie, meritando così che il suo nome fosse impresso su quella lapide accanto alla data 14 gennaio 1988.
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