martedì 22 febbraio 2011
Radici cristiane? Spesso la replica è immediata: «No! Siamo laici ed eredi dei Lumi!». Stavolta invece in edicola trovi un laicissimo volume sulle religioni (Ed. Laterza-Sole 24Ore) e a p. VII ecco il curatore, G. Filoramo: «La sfera d'azione del cristianesimo è più vasta di quanto le sole statistiche lascino intravedere. Una disseminazione sommersa che andrebbe esaminata a fondo se si vuole veramente avere un'idea storicamente adeguata del posto che il cristianesimo ha avuto e continua ad avere nella cultura occidentale». Discorsi astratti? Sabato ("Corsera", p. 31) "La frase della settimana" è di Riccardo Scamarcio: «Mi dà ansia il pubblico, e più del pubblico mi dà ansia me stesso"» Modernità? Sì, come questa: «Ero diventato per me stesso un grande interrogativo e una complicazione inestricabile» (S. Agostino, Confessioni 4,4,9). C'è altro. A Sanremo sulla bocca del duo Paolo e Luca salta fuori il Gramsci contro «l'indifferenza» ed è un coro: applausi o critiche. "Unità" sabato (p. 2) editoriale entusiasta: «La lettura di Antonio Gramsci, "Odio gli indifferenti" ha detto il resto" una mano che ti prende da una spalla e ti solleva"», e a p. 12 intera replica per chi avrebbe «preferito Gobetti». Domenica ("Libero", p. 29) Mughini «contro i faziosi» che «tessono le lodi di Gramsci». L'indifferenza rifiutata è modernità? Ti viene subito in mente un'altra voce: «Io so tutto di voi: so che non siete né freddi né caldi. Magari foste freddi o caldi! Siete tiepidi, e perciò comincerò a vomitarvi dalla mia bocca!». Già nell'Apocalisse (3,15-16) Qualcun altro rifiutava gli indifferenti. Radici antiche, e anche universali.
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