sabato 20 marzo 2021
Giovedì, la metà della settimana quando si andava a scuola e questo era già un pensiero consolante perché il sabato era vicino. Occupare un banco per ore ogni mattina senza avere il permesso di alzarsi, di parlare tra noi, ma obbligate ad ascoltare in silenzio le varie lezioni assomigliava più a un castigo che a un vero interesse per le materie che ci venivano offerte. Il mio era un istituto di suore francesi che ci obbligavano a usare la loro lingua nei momenti di attesa tra una lezione e l'altra. Chi non ubbidiva riceveva una “nota” sul famoso registro che restava nelle mani dell'insegnante. Sembrava di essere ancora nei primi del '900. A loro devo essere grata perché ci salvarono negli ultimi anni del fascismo e poi negli ultimi anni di guerra. Il loro istituto non c'è più; sono rientrate in Francia mi hanno detto e forse è così. Dobbiamo loro un tipo di buona educazione, un interesse per lo studio, una curiosità per il nuovo, un rispetto per la libertà degli altri, un amore per il bello, una pietà per chi non sa perdonare e una serenità d'animo che ci aiuta a superare la parte negativa di ogni tempo. Questa è forse la cosa più positiva che ci è rimasta: credere sempre che tutto ha una sua ragione di essere, che abbiamo avuto in dote la capacita di riprenderci, col tempo, da ogni disavventura, che il futuro ha bisogno del nostro respiro positivo se amiamo ancora la vita. Non sempre chi scrive sui giornali, chi comunica notizie, chi ha il compito di parlare al pubblico usa termini positivi per il tempo di domani. La gente ha bisogno non di notizie non vere o di programmi inattuabili, ma di sapere che molto dipende anche dalla volontà di ognuno, dalla pazienza, da un piccolo passo alla volta, come da una stretta di mano e da un saluto lungo la strada. Anche il silenzio a cui siamo costretti oggi avrà fine e troveremo di nuovo la voce per cantare. La speranza è la forza maggiore che abbiamo ottenuto fin dal nostro arrivo sulla terra e perché dovremmo oggi, dopo tanti secoli di avventure diverse, perderla solo perché le sue dimensioni non sembrano sufficienti a darci di nuovo la pace dell'animo? È una prova di coraggio interiore, di maturità, di conoscenza a cui siamo chiamati, in realtà per un tempo breve. Anticamente quando si lasciava tutto nelle mani di sconosciuti e quindi potenti si avevano più speranze e anche sicurezze, ma oggi quando vediamo quanta parte di strada dipende anche dal nostro comportamento siamo chiamati a una maggiore responsabilità personale, a una pazienza che pare infinita. La storia dell'umanità ci ha insegnato che ogni fatto che riguarda la nostra vita ha sempre dovuto contare sul nostro impegno, ma che infine anche un “Credo” detto nella solitudine della notte, quando ci sembra di non avere più speranza ci riapre la strada e ci alza il respiro.
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