martedì 15 febbraio 2011
"Suor Bonetti: basta al mercato delle donne"! Titolo domenica sul cattolicissimo sito "Zenit" con testo integrale dell'intervento a piazza del Popolo di Suor Eugenia Bonetti, responsabile Usmi (Ufficio "Tratta delle donne e minori"). Idem sul sito "Annibale" laico non laicista: intelligente e informato. Questa sorella minuta e tranquilla ha colpito tutti. "La Stampa" dedica un pezzo (pp. 1 e 4: "La suora e la precaria") a lei che (p. 3: "Anche le sorelle di clausura pregano per noi!") annuncia la partecipazione in preghiera di "60 monasteri femminili". Sul "Secolo XIX" (p. 2) "La Star è Suor Eugenia" Un trionfo" un invito accolto con entusiasmo dall'enorme folla". Su "Repubblica" (p. 6) lei mette ben in chiaro le cose. Non le interessano "più di tanto" le cronache del "caso Ruby", ma "la dignità" di tutte le donne: «È per loro, per tutte noi che ho fatto questo appello" soprattutto per quelle che hanno vissuto difficoltà e negazione della loro dignità». Tanto è l'entusiasmo che (sempre "Stampa", p. 53) la collocano anche "in piazza Vittorio", a Torino. Non esageriamo! Persino la non certo cattolica devota Maria Laura Rodotà ("Corsera", p. 2) segnala l'entusiasmo: le donne «acclamano Suor Eugenia e zittiscono le amiche più laiciste». Zittito dunque l'«ateismo da sberleffo» ricordato qui domenica ("Agorà", p. 5) dal cardinale Ravasi? In piazza sì, ma non al Tg3 delle 19, ove con l'annuncio della direttora Berlinguer il servizio sulla piazza inizia proprio con un grande cartello che grida: "Né Dio, né Chiesa"". Vedi "né, né" e ricordi un Berlinguer che voleva un partito e uno Stato «né ateista, né teista, né antiteista». C'era una volta. Non c'è più?
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