domenica 19 agosto 2018
Erano sporchi e provocatori come il demonio; con tutto ciò, erano così puri che sotto quella loro maschera imposta dalla vita di reietti si nascondevano angeli. C'era di che avere paura a incontrarli in branco per strada, anche se il più piccolo aveva appena cinque anni. Erano svelti a saltarti addosso come cavallette fameliche e scaltri come piccoli leoni nel predarti, mettendo le mani a scorrazzare dentro tasche di pantaloni e zaino. Sapevano come sbeffeggiare l'incauto turista "muzungu", in lingua swahili l'uomo bianco. In pieno giorno, in mezzo alla gente, e senza troppi scrupoli portavano via tutto quel che potevano arraffare, nel mezzo del traffico caotico del centro di Nairobi. Del resto, anche tra di loro si contendevano la povertà degli stracci.
E poi via di corsa, come tante piccole iene sghignazzanti a sparpagliarsi in un amen nei vicoli più bui delle mille baracche e catapecchie, con il naso infilato in una boccettina a sniffare profondamente i vapori della colla per falegnami. La droga dei poveri che toglie la fame, che tiene svegli e che brucia il cervello. Quella dei bambini di strada, che moriranno sempre di violenza, di sicuro prima di diventare grandi.
Sopraggiungevano alle spalle della loro vittima da spogliare senza farsi sentire. Come un fulmine, uno di loro col proprio ginocchio assestava un colpo secco nell'incavo posteriore del ginocchio della vittima, provocandone la caduta. Immediatamente entrava in azione il complice che sfilava l'orologio o strappava la valigia. Ma il momento migliore era sempre quello del grande ingorgo. Cosa non rara per la capitale del Kenya, a tutte le ore messa in crisi dal traffico automobilistico che viaggia a passo di lumaca. Nelle grandi capitali affollate e caotiche, come Nairobi, è sempre buona cosa mettersi in auto dopo avere accertato che l'aria condizionata funzioni. Non solo per attenuare il clima torrido, ma più che altro per non essere costretti a tenere i finestrini aperti.
Funziona così. Uno della gang si avvicina all'auto dalla parte posteriore, cercando di non farsi notare dai passeggeri. Il lato sarà sempre quello opposto al finestrino lasciato incautamente abbassato. Poi, una mano andrà a sbattere più volte contro la carrozzeria per catturare l'attenzione dei passeggeri che si gireranno nella direzione del rumore per capire cosa succede. A questo punto entra in azione il complice manolesta, che arraffa il bottino. È capitato anche a me proprio così, cinque centimetri di finestrino lasciato aperto e una manina magra come un chiodo che entra veloce e... la collanina è volata via.
Però ancora oggi sorrido contento di quel giorno in cui nel centro di Nairobi, mentre attraversavo la strada a piedi, sono stato circondato a tenaglia da una squadra di una decina di questi dracula. Ho alzato le mani al cielo e a voce alta ho gridato: "Stop". Avevo notato che all'angolo della via c'era un chiosco dove arrostivano würstel e patatine. Tutto d'un fiato ho detto: "E adesso andiamo a mangiare". Come un gregge di pecorelle smarrite, i ragazzi di strada han preso posto ai tavoli in religioso silenzio ad attendere il loro primo vero piatto profumato e caldo di tutta una vita. Non avete idea di quanto erano sporchi i vestiti di stracci, poveretti loro. Ma di quella piccola avventura a Nairobi m'è rimasto il gusto dolce di un ricordo indelebile. Avevo visto il luminoso sorriso degli angeli.
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