sabato 31 agosto 2002
Si crede talora di scoprire l"America, e si sale in cattedra. Invece è l"acqua calda. Mercoledì, 7 colonne sull""Unità", il prof. Marino Niola annuncia: poiché "all"Angelus di domenica Giovanni Paolo II ha di fatto dichiarato inseparabili la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato", la Chiesa Cattolica ha finalmente scoperto l"ecologia. Piccolo ripensamento - "già tre anni fa il Pontefice"" - ma la retorica senza senso del ridicolo riprende il sopravvento: "L"intervento di Giovanni Paolo II segna una novità di grande portata nel rapporto tra il Cattolicesimo e le tematiche ambientali". Segue solita solfa sull"antropocentrismo biblico che disprezza la natura e gli animali per colpa del "mito della dignità esclusiva della natura umana"...Ma è proprio vero che ebrei e cristiani, e in particolare la Chiesa, hanno sempre avversato la natura e trascurato e disprezzato l"ecologia? Posso ricordare il "coltivate e custodite la terra" di Genesi 2, 15, e l"alleanza Dio-uomo-natura nel dramma di Noè, e tutto il cap. 8 della lettera ai Romani, e la grande plurisecolare esperienza monastica di contatto con la natura e le creature, e i Benedettini dell"ora et labora, e S. Francesco e il Cantico delle Creature? E tanti richiami di Papi, da un secolo in qua, al rispetto e uso moderato delle energie del creato per il bene comune, e analoghi testi del Concilio e di Paolo VI e di Giovanni Paolo II stesso? E opere famose di teologi come Moltmann e Boff? Già nel 1968 il teologo J. M. Aubert aveva un capitolo sull"ecologia, nella sua "Cosmologia" edita da Paideia (pp. 464 e ss). Insomma: il prof. Niola esulta perché finalmente la "cattedra" di Pietro è salita fino alla sua. Un po" troppo. O no?
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