Pubblico e privato: incroci online testimoni delle vite dei cristiani
venerdì 3 gennaio 2020
Tra San Silvestro e Capodanno ho condiviso sul mio profilo Facebook, che è orientato prevalentemente ad affiancare le cose che scrivo e dico in pubblico, una gioia molto privata - mia e di mia moglie -, ottenendo una quantità di reazioni (affettuosissime) davvero grande rispetto alla media, indistintamente da parte degli amici di una vita come dei più recenti "amici digitali". È stata un'occasione per scoprire l'acqua calda, ovvero che in Rete, ben più che sui media tradizionali, pubblico e privato si possono anche incrociare, e che ciò che importa è non strumentalizzare il proprio privato per condizionare l'accoglienza di quel che si dice e scrive in pubblico, ma se possibile farne una testimonianza. Visitando ieri, come ogni giorno, i siti e blog d'ispirazione ecclesiale mi è giunta una conferma al quadrato di tanta scoperta dalla lettura dell'ultimo post pubblicato da Lucia Scozzoli sul blog "Breviarium" ( bit.ly/2QeFoFw ), ripreso da "Aleteia". L'autrice racconta in soggettiva, con ottimo equilibrio stilistico, il matrimonio della «prima nipote della famiglia», filtrandolo nella «tempesta di emozioni senza precedenti» che l'ha accompagnata lungo tutta la celebrazione e in particolare durante il canto "Lode al nome tuo", che le «scortica l'anima». Così, in un coinvolgente flusso di coscienza, il post dice tutta la tensione attraverso la quale una coppia cristiana impara a sperare ciò che nel giorno in cui si sposa confessa di credere. Impossibile restituirne qui la potenza. Basterà questo assaggio: «Ho pianto tantissimo [...] sulla imperfezione del mio matrimonio, partito anch'esso con una simile overdose di felicità e troppo spesso arenato nella quotidianità e provato al fuoco del lutto e della malattia. Ma soprattutto ho pianto per la gioia di riconoscere una grazia corposa, fisica, materialmente presente, solida come un pezzo di pane, essere presente lì e in tanti altri luoghi e momenti della mia vita e della vita degli altri. […] L'eternità esiste già in ogni istante del matrimonio, dal primo all'ultimo».
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