domenica 30 luglio 2017
C'era una volta il signor Pino. Era un signore riservato, forse troppo per un artista vero, una voce unica, con un talento per la composizione che avrebbe fatto la sua fortuna se lui fosse nato a Liverpool o Chicago. E invece il signor Pino era nato a Lagonegro: e andava giustamente fiero della sua terra lucana, della sua famiglia, di una passione per l'arte senza compromessi, per le canzoni come canto dei valori. Una sera di dicembre, il signor Pino stava cantando su un palco. All'improvviso alzò una mano e iniziò un viaggio diverso, molto doloroso per chi restava a casa senza di lui. Ma il signor Pino l'aveva già cantato, il viaggio per cui quella sera timbrò un passaporto imprevisto; e crediamo che dov'è adesso, ancora lo stia cantando. Quella canzone, ci aveva detto, era la sua preferita; in quei versi, c'era la sua anima. «Senti il profumo dell'aria limpida che entra dentro te… Quanta rabbia ci costò, quanta frustrazione: non importa quanto male ci hanno fatto, l'importante è la verità… Se chiudo gli occhi vedo il mondo come lo vorrei, il mare che riprende trasparenza e il suo antico colore, le coste ritornate intatte, ancora vergini, ancora in fiore… E la pietà che finalmente ridiventa amore! L'anima sa come rifiorire, come non morire… Senti, il profumo del nuovo amore…». Che brividi, a rileggere la Profumo d'amore del signor Pino: un signore che di cognome faceva Mango.
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