domenica 2 giugno 2002
"Firenze; i seminaristi tornano alla tradizione: messa solo in latino". Ieri, p. 16, titolone e tre colonne sul "Corsera". Fabrizio Roncone racconta che a Gricigliano, presso Firenze, dietro un "cancello in cima alla salita" trova "un seminarista con i capelli a spazzola e l"abito talare che ha una sparata di bottoni fin sui piedi, da prete di campagna". "Prete di campagna"? Già. Roncone, come "la donzelletta" di Leopardi, viene di lì, i preti li avrà frequentati solo da ragazzino, in campagna, e avevano quella "sparata di bottoni"". Ovvio, per lui, che i preti di città avessero meno bottoni. Emulo di Orazio, che è nella storia per i topi, di campagna e di città, Fabrizio lo sarà per i preti, distinguibili dai bottoni. In sostanza l"articolo scopre, dopo 30 anni, che ci sono religiosi cattolici che ancora coltivano il latino, liturgia compresa, e osservano orari severi. A Roncone basta, in conclusione del pezzo, per sentire al buio il verso di una civetta e assaporare "l"atmosfera dei libri di Umberto Eco, da abbazia medievale". Sensibile e agricolo, ma lettore di Eco: un vero intellettuale "in pagina". Degno del "Manifesto" che ieri, poiché il governatore Fazio - Antonio, non Fabio - ha chiesto all"economia italiana una "metànoia" - termine del Vangelo - cioè un cambiamento profondo, ci ha fatto quasi una pagina. Ovvio: lui sempre Fazio è, e loro sono "Quelli che"Il Manifesto". Buona domenica!
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