martedì 25 maggio 2010
Sabato su "Repubblica" (p. 34) due lettere "femminili". Una sui molti vantaggi del parto indolore sperimentati di persona e l'altra che sulla recente vicenda di un monastero femminile afferma disinvolta che i conventi femminili vivono «solo delle offerte della comunità civile», perché «il patrimonio dei vescovi va solo alle strutture degli ordini maschili». Augias pubblica, sfrontato: un falso smaccato! Mai sentito " tra l'altro " parlare del "pro Orantibus"? Mai! E invece di informarsi prende spunto per accusare sia l'Italia retrograda che penalizza le donne che soprattutto la Chiesa, causa prima di ogni disprezzo verso il femminile. Che dire? Ciascuno si attacca dove crede, ma in tema la" maniglia è doppiamente fiacca: per l'inconsistenza «pietosa» della vicenda del citato monastero, ma soprattutto per l'inconsapevolezza " colpevole, per un giornalista che voglia ancora esser tale " che la difesa della dignità della donna ha nella storia origini esclusivamente biblico/cristiane e quindi ecclesiali, e che il disprezzo antifemminile è ben più antico e diffuso, anche estraneo alla Chiesa. Qualche input? «La donna è un maschio riuscito male!» (Aristotele), «Quando torni a casa, picchia tua moglie. Tu non sai perché, ma lei lo sa bene» (Ipponatte), «La donna è l'angelo del focolare» (Mazzini) e via citando: illuministi e marxisti illustri compresi. Con notizia: le donne dell'Udi, dell'allora Pci, queste cose le pubblicavano senza timore di esser dette clericali e traditrici: «Donne e Politica», n. 3, marzo 1978. Altra epoca! Altra politica! Altra laicità! Ma soprattutto altro giornalismo: senza irriducibile disinformazione.
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