sabato 11 luglio 2009
L'unilateralità rende propaganda anche la cultura. E con ragione sull'"Unità" (8/7, p. 41) Bruno Gravagnuolo difende Massimo D'Alema che ha detto che negli anni '30 gli Stati Uniti di Roosevelt apparivano più a sinistra dell'Europa di nazismo e fascismi, e aveva aggiunto che anche oggi Obama pare più aperto e moderno, perché in Europa, e da noi, si affermano idee razziste e xenofobe, veri «semi di nazismo». Certi giornali hanno accusato D'Alema di sostenere che oggi in Europa e in Italia sta tornando il nazismo! No " scrive con ragione Gravagnuolo " quelle parole dicevano il paradosso della debolezza odierna della sinistra europea, e chi le interpreta come sopra, lo fa solo per «screditare il personaggio e farlo passare per folle». Giusto, ma con il doveroso ricordo della lunga serie di parole, in particolare di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, manipolate e falsate sistematicamente sulla stessa "Unità", come segnalato spesso qui. La cultura non ammette pregiudizi! Lo stesso pensiero purtroppo viene a leggere «La moralità di Berlusconi e il giudizio della Chiesa» ("Corsera", 6/7, p. 31) ove Sergio Romano scrive testualmente che in Italia «la storia e la geografia ci costringono a vivere con la Chiesa: una convivenza che ha sempre limitato la sovranità dello Stato italiano e ha imposto al Paese un certo numero di servitù...». Storia e geografia d'Italia ridotta a «servitù» per colpa della presenza della Chiesa? Per quanto illustre, questa visione unilaterale manipola pregiudizialmente sia la storia che la geografia: a Malpelo pare propaganda e non cultura. Con molto dispiacere"
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