Preghiera e lavoro, gli «attrezzi» per costruire la civiltà dell’amore
martedì 11 luglio 2023
Spetta a ogni battezzato, ogni cristiano, impastare questa nostra povera terra con la ricchezza e la fecondità che viene dal cielo. Tocca a ciascuno di noi costruire quella civiltà fondata sul Vangelo, l’unica profezia capace di tenere insieme la maestosità della dignità di ogni essere umano con l’infinito amore di Dio. E sta proprio in questa formula la grande eredità lasciataci dal patrono d’Europa, san Benedetto da Norcia, sulla cui opera si fonda l’identità di tutto il Vecchio Continente e non solo. Il padre del monachesimo occidentale, in particolare, ci ricorda le radici della fraternità, e quindi della pace, perché tra le altre cose esortava i suoi contemporanei affinché nessuno «cerchi il proprio utile, ma piuttosto quello degli altri». Parole affidate alla Regola elaborata attorno al 530 per i suoi monaci, il cui faro era la nota esortazione dell’«ora et labora», prega e lavora. Saper conciliare contemplazione, cioè lasciarsi avvolgere dall’amore di Dio, e azione, cioè fare di tutto per rendere il mondo migliore e accogliente, è la cifra del più autentico stile di vita cristiano. Benedetto era nato a Norcia nel 480, dopo gli studi a Roma e la “fuga” da una città segnata dal degrado, visse un tempo di solitudine al sacro Speco di Subiaco, scegliendo in seguito la forma cenobitica prima a Subiaco, poi a Montecassino. Fondò numerosi monasteri e morì probabilmente nel 547 a Montecassino. È stato dichiarato patrono d’Europa nel 1964 con la Lettera apostolica «Pacis nuntius» di Paolo VI Altri santi. San Pio I, papa e martire (155); sant’Olga di Kiev, granduchessa (X sec.). Letture. Romano. Pr 2,1-9; Sal 33; Mt 19,27-29. Ambrosiano. Pr 2,1-9; Sal 33 (34); 2Tm 2,1-7.11-13; Gv 15,1-8. Bizantino. 1Tm 4,9-15; Lc 6,17b-19;9, 1-2;10, 16-21. t.me/santoavvenire
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