martedì 7 dicembre 2004
Capita anche la musica giusta. Di recente - ne riparlerò un'altra volta - mi ha colpito un pensiero di Massimo Cacciari sull'importanza di una ricerca che sia basata sulla fiducia nella verità. Dopo il crollo delle ideologie troppa ricerca sedicente "laica" è costruita sul deserto proprio e sul desiderio della desertificazione altrui. Perciò certi segnali positivi vanno colti. Ieri, prima pagina del "Riformista", apertura non firmata: "Cara sinistra, meno Stato e più solidarietà"! Mi pare che a quell'indirizzo sia un discorso nuovo. Solidarietà: come sintesi di fraternità e uguaglianza. Pare anche l'opposto di certo statalismo che ormai ha perso ogni spinta propulsiva. Bene. Stessa sensazione positiva, sempre ieri, "Unità", p. 22: Beppe Sebaste - "Passioni in prima persona: a sinistra mancano" - rileva che il tema dei valori - "famiglia, sessualità, nascita, morte" e "tutto ciò che releghiamo nella vita privata" - resta essenziale, ma "a sinistra" è volutamente trascurato. Forse - va detto - è volutamente anche contrastato e ridicolizzato. Barlumi di ripensamento"Sì, ma minimi e subito contraddetti. Stessa "Unità", grosso titolo per l'intera p. 9: "Paritarie: trucchi e ricatti dell'altra scuola". Il pezzo è affidato - chissà perché? - al "vaticanista", ed è tutto in negativo. Buttiamo giù tutto? Eppure si tratta, le cifre sono lì, di 12.266 Istituti, un milione di alunni e 100.000 docenti. E costano allo Stato una minima frazione di quanto spenderebbe se fossero sue. E la condizione delle scuole statali è al collasso. Allora? Allora certo statalismo fa danni, a cominciare dai cervelli: e la musica è ancora cattiva.
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