Pesci d'aprile nella Rete pasquale dei siti di informazione religiosa
mercoledì 4 aprile 2018
«Anche se cade il primo aprile, Pasqua non è uno scherzo», si intitolava domenica scorsa l'articolo con il quale il consulente ecclesiastico, Stefano Guidi, si è rivolto ai lettori della pagina che il Csi di Milano cura sulla cronaca milanese di “Avvenire”. Sviluppando uno spunto brillante: «Pasqua è il giorno (l'ottavo giorno: il giorno che inizia una novità assoluta) in cui non capita quello che ti aspetti ma capita qualcosa che non ti saresti mai aspettato». «Buona Pasqua: è il primo di aprile, ma non è uno scherzo», gli faceva eco il sito di “Vanity Fair” descrivendo le tradizioni più popolari della giornata. Dai paralleli agli incroci, il passo è stato breve. Ecco dunque Gioba ( tinyurl.com/y8cfcnch ) disegnare la sua vignetta pasquale immaginando un Gesù che se la ride di nascosto mentre le pie donne, giunte al sepolcro con i loro oli aromatici, trovano all'ingresso della tomba vuota le sagome a grandezza naturale di una Natività. Titolo: «Quando la Pasqua cade il 1° aprile». I “Cattonerd” dell'omonima pagina Facebook ( tinyurl.com/ybrc24xb ), in una qualche sintonia con i contenuti di Stefano Guidi, testimoniano che Pasqua «altro non è che il ripetersi del #pesceDAprile più bello di tutta la storia», ma il meme va decisamente in burla: prende il Noli me tangere dipinto da Alexander Ivanov e fa dire da Maria Maddalena al Risorto (che risponde a tono): «Ma ti sembrano scherzi da fare?». Infine, l'informazione religiosa ha ispirato uno dei pesci d'aprile giornalistici più popolari della giornata. Lanciato da “Il Cittadino online” ( tinyurl.com/ybggomxa ), quotidiano senese, annunciava la decisione del papa emerito Joseph Ratzinger di trasferirsi dal Vaticano a Siena, a motivo del «profondo legame fra Benedetto XVI e la figura mistica di Santa Caterina». Prima di prendere una piega tutta locale (tra contrade e Palio), l'articolo si appiglia a cronache ecclesiali antiche e recenti. Ma senza attingere ad Antonio Socci, un senese che, notoriamente, non avrebbe mai voluto che papa Benedetto lasciasse il Palazzo apostolico.
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