domenica 31 ottobre 2010
Il Corriere della sera denuncia (mercoledì 27) «l'offensiva cattolica anti Halloween». Alla maniera "laica", la situazione è rovesciata. Avrebbe dovuto dire «difensiva». Non sono le celebrazioni di tutti i Santi e dei defunti che minacciano Halloween, ma è questo rito pagano che riduce gli uni e gli altri a notturni spiriti erranti senza alcun significato se non quello di alimentare il business dei consumi e dei costumi. Nei secoli precristiani la festa (in irlandese antico samain da sam e fuin, fine dell'estate) era celebrata in Europa dalle popolazioni celtiche (specialmente in Irlanda). «Le forze del male " lo ricorda anche il Corriere " si liberavano insieme con gli spiriti dei morti, accendendo fuochi e offrendo sacrifici». Dall'Europa settentrionale passò a Stati Uniti e Canada, prendendo il nome di All Hallow's Eve, vigilia di tutti i santi, da cui Halloween, e recuperò il suo antico contenuto pagano. In sostanza non è altro che un'alternativa areligiosa alle celebrazioni di tutti i Santi e dei defunti. Il suo recente rientro in Europa è un'ulteriore iniezione di consumismo estranea alle tradizioni cristiane. Se il carnevale è una specie di contestazione della Quaresima, Halloween è la stessa cosa rispetto all'Avvento che si avvicina. Perciò, le comunità cristiane cercano di correre ai ripari con la fantasia della fede: qualcuno ha inventatoHolyween (la notte dei Santi) che prevede chiese aperte anche di notte, l'esposizione alle finestre delle immagini di Padre Pio, Madre Teresa e dei Santi; le maratone benefiche e altro. Tutte semplici forme di difesa delle tradizioni cristiane dalla sempre crescente riduzione dei valori a dolcetti e scherzetti.

L'ATEO COMPLESSO
Peter Atkins è un professore di chimica ad Oxford. L'Unità (martedì 26) anticipa la spiegazione del «perché non possiamo essere credenti», che il chimico farà a Genova domenica prossima al Festival della Scienza. Ecco un'antologia del suo modo di ragionare: «La scienza rispetta le capacità umane, mentre la religione le disprezza [...] La religione accumula complessità sulla semplicità: il suo scopo sembra essere quello di nascondere l'inconsistenza del suo approccio attraverso la confusione mentale [...] Un Dio è la definitiva "antisemplici-
tà": una complessità al di là di ogni comprensione, un'entità che già per definizione è fuori di ogni comprensione. Un Dio è sinonimo di fallimento intellettuale». Povero Galileo che, credendo in Dio, era un fallito o povero Atkins, la cui comprensione è così limitata da ignorare che Dio si identifica con una sola semplicissima parola: amore? Di chi è il fallimento intellettuale? In un suo libro ("La creazione"), Atkins ha scritto: «Il mio scopo è sostenere che l'universo può essere nato ed esistere senza l'intervento di nessuno, e che non c'è nessun bisogno di invocare l'idea di un Essere Supremo in una delle sue numerose manifestazioni». Come si vede Atkins, che si proclama ateo, è invece, almeno, un (poli)teista: il suo Dio è assai complesso, ma debole: è l'universo, è la sua scienza, la sua ragione. Che tuttavia non arrivano a comprendere neppure l'idea di Dio.

SOLIDARIETÀ?
Un titolo della prima pagina di Repubblica di mercoledì 27: «Sconosciuto dà un pugno a Capezzone. Solidarietà dai partiti». A chi dei due?
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