domenica 15 marzo 2015
Il ritorno della luce, il germinare, il germogliare; il prorompere della vita dopo l'immobilità, il gelo, il buio, la morte. È il sole, in ciclo stagionale, a determinare il calendario ma c'è un computo più antico basato sulla luna e le sue fasi: a questo ci si affida per collocare la Santa Pasqua. L'epicentro della liturgia cattolica è una festa nomade, situata tra il 22 marzo ed il 25 aprile, preparata da 40 giorni di penitenza e digiuno. La quaresima segna il transito dall'inverno alla primavera e cumula un insieme di significati e simbologie. Era il tempo più povero, la fine delle riserve cumulate, ora equivale al tempo del raccolto in un unicum che non conosce cicli e stagioni e quella che era una esperienza concreta trasfigurata in ascesi è oggi una esigenza dello spirito che si oppone ad una rovinosa caduta. Il deserto, il luogo che la richiama, luogo fisico della rinuncia, della solitudine, occupa gli spazi e le pagine dell'informazione ma è un luogo affollato di presenze, scenario di atrocità che si volevano dimenticate.Penitenza e digiuno acquistano valenze nuove. Una radicale mutazione nella quotidianità dell'esperienza umana segna questo nostro tempo, la quaresima diventa un forte richiamo a non lasciarsi sopraffare.
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