giovedì 16 maggio 2013
Gesù si alza e allora quasi tutti tacciono. Nella stanza c'è un odore acre, pesante, di fiati, malattie. Giacomo, finito a sedere accanto a Gesù, ha visto nei suoi occhi rompersi una mira d'aquila mentre si alzava.Il Nazareno si china sull'uomo che ha gli occhi grandi e la bocca che si storce,il corpo slacciato dalle corde ora è bianco, quasi nudo. Un agnello spellato. Trema. Gesù dice forte: «Ascoltami, i tuoi peccati ti sono rimessi!». Il silenzio si fa teso. «Stai bestemmiando!». Il pensiero è fulmine in uno degli scribi che fino a quel momento si era mordicchiato le labbra. «Solo Dio può rimettere i peccati…». E si rivolge ai suoi compagni. Scuri in volto pensano qualcosa di simile, rapido e freddo. Lo scriba tiene gli occhi stretti su Gesù.I due che avevano portato il malato lo fissano come cani muti. Il Nazareno, dopo aver dato una carezza sulla fronte all'uomo a terra, dice a voce più alta: «Perché pensate nel vostro cuore che io stia bestemmiando? È più facile dire a quest'uomo: ti sono rimessi i peccati? O dire: alzati, prendi la tua barella e cammina?». Giacomo, Andrea e Simone detto Pietro sono immobili. Guardano il Nazareno che stende il braccio. E quasi gridando: «Ora, perché sappiate che io, figlio di uomo, ho il potere sulla terra di rimettere di peccati, ti dico: alzati, prendi il tuo letto, cammina!».Per un lungo attimo non succede nulla. Si sente il verso delle cicale fuori. Un bambino che corre dietro a un cane.
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