venerdì 5 aprile 2013
Gioacchino e Anna sono nonni di Gesù. Buone persone. Probabilmente avevano pensato per la piccola Maria un destino di purezza. Una consacrazione al tempio, qualcosa del genere. Una cara bambina. Loro, muti nella casa di terra nel piccolo villaggio di Nazareth, non potevano immaginare. Erano soddisfatti che si fosse trovato per lei un buon compagno, che non la lasciasse sola. Che si prendesse cura. E invece. Ora stanno muti in silenzio tra i muri di terra. Visi di terra. Non sanno cosa pensare. Non era previsto. A una certa età le sorprese si dovrebbe essere capaci di sopportarle. Ma questa come si fa. È come un morire. Un cadere. Un venir giù. La loro bambina, la loro ragazza. Cosa dirà la gente. Giuseppe non era quel che sembrava? Gioacchino sembra invecchiato di mille anni. Anna, invece, è piena di nubi sulla fronte, ma ha negli occhi qualcosa di inquieto. Le ragazze, si sa, con le buone madri si confidano. Anna non sa se parlarne al vecchio sposo. Non è che non capirebbe… Ma sai come sono gli uomini, su certe cose sono impulsivi. E qui, invece, se è vero quel che ha confidato Maria, c'è da allargare le braccia più del cielo. Da disporre il cuore alla più grande pazienza. Alla grande vertigine. C'è da reiniziare. Anche per loro, i nonni, un ricominciamento del tempo.
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