martedì 18 aprile 2017
Pasqua, tra allegrie e malintesi. "Quotidiano Nazionale" (16/4, p.25): «I lupi della politica e il Consiglio (sic!) di Nicea». Alle discussioni se mangiare o no l'agnello – show tv che umiliano il già basso tenore della politica – si aggiunge in pagina il dotto richiamo alla storia: tutto rimanderebbe a Costantino e al «Consiglio di Nicea, primo Consiglio ecumenico cristiano»! Confusione tra «Consiglio» e «Concilio»: nell'originale o nella trascrizione della dettatura? Comunque penitenza doverosa! Altra allegria? Su "Libero" (p.2) leggi che per «un gesuita» di Firenze «l'ospitalità» nei confronti dei migranti «ha un limite», e su un quarto di pagina il titolone è «I gesuiti (sic!) contro il Papa»! Doppia penitenza! Caso a parte nel genere, ma ben più in alto, mi pare quello del "Corsera" che (p.1 e interna) pubblica uno scritto (del 2015) del Papa emerito Benedetto sul «primato di Dio» e sulla necessità della sua presenza in tutta la realtà della vita della Chiesa. Il taglio dell'intero titolo, però, e anche il contesto, parrebbe orientato a una contrapposizione scontata, per quanto implicita, tra Benedetto che afferma «il primato di Dio» e Francesco. Ma è davvero così? No! Si tratta per lo meno di un giocato equivoco. Fin dalle sue prime parole il ministero di Francesco è in totale concordanza. Basterà ricordare la sua parola ai giovani, ragazzi e ragazze, chiamati alla vita religiosa: «L'evangelizzazione si fa in ginocchio... Senza il rapporto costante con Dio la missione diventa mestiere!». (13/7/2013)! E allora? Allora – unica cautela da tenere – va ricordato che il Dio di cui scrivono e parlano pur diversamente Benedetto e Francesco è il Dio rivelato in Gesù Cristo, presente tra noi nella Parola, nella Eucaristia e nel prossimo da riconoscere anche senza conoscerlo (Mt 25), per Francesco «nucleo cui tutto si riduce»!
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