martedì 13 settembre 2011
Domenica sulla prima di giornali nazionali nessun cenno alla Chiesa o al Papa ad Ancona per concludere il Congresso eucaristico nazionale. Ovvio: è libertà. Però due eccezioni. "L'Unità" (p. 1) annuncia la lettera dell'operaio Pierpaolo Pullini che, da «non ateo e non praticante» (pp. 12-13: «Nella nostra cattedrale dirò al Papa che il lavoro è dignità»), con parole sincere descrive al Papa l'attuale realtà drammatica del lavoro, o mancante o sottoposto a ricatti e ingiustizie. Seconda eccezione: "Libero" (p. 1 e 13: «Sfregio comunista a Padre Pio») grida allo scandalo perché a S. Giovanni Rotondo, «nel mosaico per il sepolcro del Padre» tra la folla che egli benedice c'è una donna che ha in mano una copia de "L'Unità". Protesta: «un messaggio inequivocabile, quello di una benedizione a "L'Unità" e all'appartenenza comunista»! Vero scandalo? Il comunismo è morto e sepolto: l'allarme è in ritardo… O è solo invidia? Si voleva benedetto anche "Libero"? Ma ancora non c'era… Mario Rupnik, artista di fama mondiale, le cui opere sono anche nella Cappella della Casa Pontificia, non è stato profeta. Che dire? Uno scandalo artefatto, e un po' fasullo… Quanto, invece, alla lettera dell'operaio, va detto che è stata presa sul serio: ieri su tutti i giornali grande spazio al Papa tra operai e cassintegrati e alle sue parole forti: "Corsera", p. 17; "La Stampa", p. 14; "Mattino", p. 11; "Messaggero", p. 14; "Il Giorno", p. 9; "Secolo XIX", p. 6, e soprattutto proprio "L'Unità" (pp. 8 e 9 intere). Eccezioni? Ancora due: "Repubblica" (p. 17: otto righette con foto") e "Giornale" (p. 8: cinque righette riprese dall'Ansa). Opposte resistenze, pari pregiudizi, identica (e un po' ottusa) ostilità. Brutte cop(p)ie!
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