giovedì 30 settembre 2010
«I problemi di comunicazione di Benedetto». Giovedì Augias su "Repubblica", mentre il Papa è in partenza per la Gran Bretagna, replica al rimprovero di non aver forse capito alcune parole del Papa ai giovani. No, spiega cortese: se il Papa parla sempre di fede si rivolge solo a chi già la ha, ed è inutile. Dovrebbe parlare a tutti, ma ne è incapace, come dimostra l'elenco delle sue «serie difficoltà» da Ratisbona a oggi. Che dire? Visto l'esito del viaggio sui giornali inglesi e italiani " "Repubblica" e pochi altri esclusi " viene da ridere. «Il Papa conquista Londra»: così lunedì apriva a tutta pagina "La Stampa". Augias e "Repubblica" faranno finta di nulla? O lui dirà che stavolta è merito dei suoi consigli? Inutile, poi, ricordare ad Augias e soci nonché ai cattolici sedicenti e male informati da quelli, che in ognuna delle «serie difficoltà» gabellate allegramente per «gaffes» e attribuite a Benedetto XVI, da Ratisbona in poi, c'è sempre stato lo zampino falsificante di certi colleghi " nomi e cognomi conosciuti da tutti " che non hanno capito, non hanno voluto capire o hanno fatto finta di non capire. Appresso alle sue sciaguratezze, come i topi al pifferaio di Hamelin, si sono precipitati in tanti affogando la realtà in una nebbia di pagine. Ma se, per esempio, "Repubblica" su questo viaggio dà più di nove decimi di spazio al falso attentato e alla pedofilia, la crisi della comunicazione è di "Repubblica"... Crisi fissa: loro, Augias compreso, sanno già in anticipo ciò che vogliono capire, e soprattutto ciò che non vogliono. Censura? Mah, comunque brutta faccenda"
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