giovedì 28 gennaio 2010
Martedì, vigilia del "Giorno della memoria", sul "Corsera" (p. 17) grosso titolo-strillo: «"L'Olocausto è un'invenzione": vescovo polacco fa scandalo». Da Strasburgo Maria Serena Natale rilancia un falso di agenzie estere (Afp, Reuters) strillato in Italia dallo strano sito "Pontifex" (nome con millanteria di credito) e ripreso dall'Ansa a tarda sera. Vero scandalo e vera vergogna, ma in altro senso, dato che quelle dichiarazioni il supposto reo, il vescovo Pieronek " come del resto si legge sullo stesso "Corsera" " le ha «prontamente smentite con una controintervista all'agenzia Kai e sulla Tv nazionale», denunciando: «manipolazione delle mie parole in un intervista non autorizzata». Domandina: ma se c'era stata la «pronta smentita», perché quel titolo-strillo che dà corpo proprio al falso scandalo? Misteri ingloriosi, anche se venendo da Strasburgo, li ricolleghi al consueto canovaccio sedicente «europeo» da tempo allegra fonte all'ingrosso di calunnie anticattoliche. E per caso, stesso "Corsera" (p. 39, "Terza pagina"), dopo un bell'articolo di Armando Torno, «L'arte degli addii in sei lezioni», su cui varrà la pena di tornare, trovi un titolo che pare fatto apposta: «Quando comunicare diventa manipolare». E sì: per non manipolare occorre professionalità e serenità di giudizio, e non basta che l'autrice sia Serena" di nome. Altro? Sì, interessante davvero (p. 41) leggi che con l'Italia, a difendere i crocifissi nei luoghi pubblici ci sono anche «Germania, Spagna, Portogallo», e persino il governo" australiano. Già, le cose normali fanno proprio scandalo: a Strasburgo.
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